La solitudine, senza confronto con altri, ci porta spesso a commettere sbagli, ma ci induce anche a ragionare ed a cercare di imparare dai propri errori. In Fotografia poi, guai fare come altri ed avere preconcetti di sorta, meglio sondare il proprio modo di vedere il mondo, senza paure o condizionamenti. Meglio a volte la solitudine dei pensieri al chiasso assordante che impedisca la riflessione. Per questo penso che fotografare sia un atto creativo solitario, in una ricerca perpetua e costruttiva del proprio essere in questo mondo.

Questo è un progetto a me caro sul tema più vasto ed interessante della Alienazione Umana nelle città moderne. Negli scatti presentati in questa pagina viene indagato il rapporto dell'uomo con i luoghi nei quali esso vive. Gli spazi che lo circondano possono divenire delle Gabbie Cittadine, ma anche dei luoghi magici se soltanto le persone riuscissero ad osservare oltre alle semplici superfici di palazzi e dei grattacieli ultramoderni. Lo spazio può assumere la dimensione di un deserto di solitudine popolato da esseri sfuggenti, in asettici non-luoghi, dove la dimensione umana degli incontri diviene impossibile a causa di barriere o di vuoti urbani spersonalizzanti.

Qui sotto si possono vedere, ovviamente, solo alcune foto dei vari Progetti che porto avanti all'interno del più vasto lavoro sulle Gabbie Cittadine e che amo in particolare da diverso tempo (fin dall'Analogico) e che hanno dato luogo negli anni a diverse Mostre sullo stesso tema in località italiane e straniere.